50.000 metri di corsa a circa 4′ al km non sono uno scherzo, ma diventano un impresa atletica davvero fuori dell’ordinario se a coronarla è una donna e se la  controllano un cronometrista autorevole come Nino Cangelosi ed un giudice inflessibile come lmmesi. Margherita Gargano è stata protagonista della prova che non ha precedenti in ltalia…». Questo I’esordio dell’articolo (Giornale dl Sicilia 16 dicembre 1974) che dava il resoconto di questa lunga corsa, tormentata da un circuito impervio, tra Bagheria, Aspra e la litoranea di Mongerbino. La Gargano, fratello medico al seguito per controllare i parametri del gravoso impegno, era accompagnata dall’amico Tommaso Ticali e da Salvatrice Squadrito, promettente sedicenne. 

ll traguardo era stato fissato sul lungomare di Aspra a 42 km 195 metri. Mentre imperversava la pioggia e il vento, l’auto con il giudice ed il cronometrista  si fermò al bar per cause imprecisate, bibita calda o imprescindibili necessità, al traguardo della maratona l’auto degli ufficiali di gara fu attesa invano. 

Dopo lo scoramento, un paio di minuti, si prese la decisione di continuare ad oltranza. Attorno al 43° km l’auto invocata si materializzò; lmmesi e Cangelosi dispiaciutissimi del disguido, “un contrattempo”, convennero, che sarebbe stato il male minore, per la stanchissima atleta, arrivare alla cifra tonda di 50 km, una distanza che dal 2002 inaugurerà la “Palermo d’lnverno”.

da “Storia dell’atletica siciliana”

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