Giro di Castelbuono: la corsa più antica d’Europa

Alla corsa di Castelbuono Rosario Mazzola e Lirio Abbate hanno dedicato un’accurata pubblicazione (Promos Editore, 1994) alla quale non si puo che rinviare.

In questo ambito rimangono pertanto da richiamare solo gli elementi fondamentali di quella che risulta essere la più antica manifestazione agonistica del podismo italiano e tra quelle con maggior anzianità pure nel panorama internazionale. Il paese, sulle Madonie, deve le proprie origini ai Ventimiglia, signori della Contea di Geraci, i quali intorno al 1300 decisero di costruire un castello che dominasse il vetusto casale di Ypsigro. Intorno al maniero si sviluppò un vivace centro abitato, tanto che i Ventimiglia spostarono la loro corte trasferendo a Castelbuono anche il simbolo più importante della casata: la sacra e veneratissima reliquia del teschio di Sant’Anna. La sera d’ogni 27 luglio, attraversando le principali vie di Castelbuono, continua così a snodarsi la processione di ringraziamento alla Patrona: un percorso che centinaia di pie donne compiono a piedi scalzi secondo tradizione.

Sin dall’edizione inaugurale, il 27 luglio 1912, era la corsa su strada a precedere la processione, stabilendo in tal modo un legame organico tra i due momenti. Il valore simbolico dell’evento sportivo che si saldava al religioso era altresì corroborato, alla partenza della gara, dal suono argentino delle campane della Madrina Vecchia, in piazza Margherita; e a conferie ulteriore sacralità al cimento pedestre concorreva il tracciato praticamente identico a quello successivamente calcato dai devoti. Tra quanti più si adoperarono per valorizzare il Giro di Castelbuono si staglia Totò Spallino, uno dei padri fondatori della corsa.

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